giovedì 7 febbraio 2008

IL VINO E IL SUOI BICCHIERI!!


Bicchieri per il servizio del vino esistono in diverse forme e materiali, con caratteristiche diverse e, spesso, con inutili decorazioni estetiche che rendono sicuramente più gradevoli alla vista i bicchieri a scapito dell'apprezzamento del vino. Una delle caratteristiche fondamentali di un buon bicchiere è che deve consentire il giusto apprezzamento dell'aspetto del vino, pertanto deve essere assolutamente incolore, trasparente, senza decorazioni e sfaccettature.

Il bicchiere dovrà essere preferibilmente di cristallo, tuttavia è più che accettabile anche il mezzo cristallo e il vetro sonoro superiore. Per quanto siano attraenti e affascinanti, i bicchieri di cristallo, data la loro tipica fragilità, unitamente al loro alto costo, spesso vengono acquistati o regalati per essere lasciati a fare bella mostra nelle case degli appassionati di vino: il pensiero che questi possano rompersi, soprattutto durante il lavaggio, è una preoccupazione che hanno molte persone. Indipendentemente dal tipo di materiale con cui sono stati prodotti i bicchieri, cristallo o vetro superiore, è importante che il suo spessore sia piuttosto fine, possibilmente inferiore al millimetro. Uno spessore maggiore, oltre ad essere fastidioso per il tatto delle labbra, finirebbe anche per alterare la percezione di alcune sensazioni tattili.


I bicchieri da vino dovrebbero avere sempre la forma di calice, una base sufficientemente larga per mantenerli stabilmente in piedi, un lungo gambo e una forma del corpo tale da esaltare le diverse tipologie di vino. L'importanza della presenza di queste caratteristiche è essenziale in quanto consentono di apprezzare e di alterare il meno possibile il vino. Il lungo gambo evita, per esempio, che la mano si trovi in prossimità del corpo del bicchiere con il rischio di alterare la temperatura del vino oltre a trovarsi più vicina al naso e alterare la percezione degli aromi. Per questa ragione il bicchiere va sempre mantenuto per la base, al limite nella parte inferiore del gambo, mai per il corpo. Si ricorda, infine, che un bicchiere va riempito al massimo fino ad un terzo del suo volume.

martedì 5 febbraio 2008

I VINI DA MEDITAZIONE...




"Vino da meditazione" è un'espressione coniata dal grande guru del giornalismo enoico italiano, Luigi Veronelli, che voleva in questo modo nobilitare una categoria di prodotti troppo spesso snobbata dal grande pubblico, soprattutto nella nostra penisola. Si tratta dei cosiddetti vini da fine pasto o vini dolci in genere, anche se possono rientrare, sotto questa nuova denominazione, i grandi rossi lungamente invecchiati. Ma cosa si intende, esattamente, con questa frase? Il significato può essere ambivalente: da un lato si considera l'approccio del consumatore al vino, che impone un atteggiamento di calma e riflessione, oltre a molto rispetto per la sua composizione, del tutto "speciale" se raffrontata alla media dei prodotti esistenti. Oppure, meno prosaicamente, si può considerare la meditazione vista dalla parte del vignaiolo, che deve pensare a lungo prima di intraprendere un processo produttivo poco remunerativo, pieno di incognite, che può alla fine dare anche un prodotto di grande qualità, ma solo dopo aver passato lunghi anni di invecchiamento e maturazione, che non sempre garantiscono automaticamente un buon risultato.