martedì 5 febbraio 2008

I VINI DA MEDITAZIONE...




"Vino da meditazione" è un'espressione coniata dal grande guru del giornalismo enoico italiano, Luigi Veronelli, che voleva in questo modo nobilitare una categoria di prodotti troppo spesso snobbata dal grande pubblico, soprattutto nella nostra penisola. Si tratta dei cosiddetti vini da fine pasto o vini dolci in genere, anche se possono rientrare, sotto questa nuova denominazione, i grandi rossi lungamente invecchiati. Ma cosa si intende, esattamente, con questa frase? Il significato può essere ambivalente: da un lato si considera l'approccio del consumatore al vino, che impone un atteggiamento di calma e riflessione, oltre a molto rispetto per la sua composizione, del tutto "speciale" se raffrontata alla media dei prodotti esistenti. Oppure, meno prosaicamente, si può considerare la meditazione vista dalla parte del vignaiolo, che deve pensare a lungo prima di intraprendere un processo produttivo poco remunerativo, pieno di incognite, che può alla fine dare anche un prodotto di grande qualità, ma solo dopo aver passato lunghi anni di invecchiamento e maturazione, che non sempre garantiscono automaticamente un buon risultato.

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